«E strano: crediamo di sapere tutto sull’ultimo concorso di Berlino o sulle Olimpiadi di Barcellona ma siamo sempre più imbarazzati a soddisfare la curiosità di chi ci chiede notizie su Milano. Dipenderà di certo dalla loro maggiore trasparenza, mentre da noi le cose più importanti non si vengono a sapere. Di fatto, per paura di fare brutte figure, diciamo sempre più spesso che non succede niente. Ancora adesso, se mi chiedono chi ha progettato le torri di Ligresti a Milano non so rispondere se non azzardando un’analisi alla Morelli; posso dire, deducendo dai dettagli: forse lo studio BPR (sic), ormai ridotto al solo attempato Belgioioso. Ci comportiamo nello stesso modo di chi lamenta che non ci sono più romanzi in letteratura.»[…] «Non bisogna pensare ingenuamente che negli altri paesi l’architettura goda di ottima salute: non siamo i soli ad avere problemi, condividiamo i drammi epocali con il resto del mondo, e i fenomeni di degrado osservati nel nostro territorio sono soltanto un frammento della rovina generale, anche se da noi non c’è altro. E poi hanno proporzioni colossali. Tuttavia esiste un’anomalia italiana, che consiste innanzitutto nella difficoltà a dar conto della situazione.»
[…] «Così il problema della corruzione pone domanda che supera le altre: che cosa ha reso possibile che non si aprisse il fronte della denuncia? E ancora: perché nessuna reazione seria da parte della cultura architettonica?»
Pierluigi Nicolin fu invitato ad una riflessione su ‘Tangentopoli’ e scrisse un piccolo saggio ponendosi una domanda: «Tangentoli è premoderna, moderna o postmoderna?»
Dopo quindici anni le riflessioni di allora appaiono immutate, architetti incapaci di opporsi alla corruzione e spesso complici di azioni speculative[…]
da WILFING ARCHITETTURA, blog di Salvatore D’Agostino,
mercoledì 4 febbraio 2009